Stagflazione: che cos'è?

Forse negli ultimi giorni hai sentito parlare di una possibile stagflazione e ti sei chiesto che cosa significhi questo termine inusuale. E soprattutto, si tratta di qualcosa di cui preoccuparsi?

In questo articolo definiremo il termine, andremo un po’ indietro nel tempo per capire quando si è verificato il fenomeno per la prima volta e cercheremo di capire il motivo per cui se ne sta parlando anche oggi. Infine, spiegheremo perché i prestatori di Rendimento Etico non hanno nulla da temere.

First things first: che cosa significa stagflazione?

La stagflazione è una situazione economica in cui si verificano contemporaneamente l’inflazione, ovvero l’innalzamento del livello medio dei prezzi e la conseguente perdita di potere d’acquisto della moneta; e la stagnazione economica, ovvero la mancanza di crescita dell’economia.

Si tratta di una situazione del tutto particolare: quando si verificò per la prima volta, negli anni settanta, mise in crisi le teorie economiche che andavano per la maggiore e guidavano le scelte economiche e sociali di moltissimi Stati, ovvero quelle di John Keynes e quelle post - keynesiane. Secondo queste teorie, inflazione e recessione non erano compatibili. O meglio si trattava di uno scenario inusuale. Infatti a un aumento della disoccupazione dovuta alla recessione economica sarebbe dovuta necessariamente corrispondere una bassa crescita dei salari (che allora crescevano automaticamente con l’aumento dei prezzi, secondo lo strumento della “scala mobile”) e di conseguenza una bassa inflazione.

Il fenomeno si presentò negli anni ‘70 in seguito a un aumento repentino del 70% del prezzo del petrolio greggio: a seguito della guerra del Kippur, l’OPEC volle così punire i paesi occidentali sostenitori di Israele.

Qualcuno l’aveva previsto: Milton Friedman, poi Nobel in economia. Il termine stesso era stato coniato a metà degli anni sessanta dall’inglese Iain Macleod, cancelliere dello scacchiere.

La stagflazione oggi

Negli ultimi mesi si è assistito a una crescita dell’inflazione che non sembrerebbe arrestarsi nel breve tempo previsto inizialmente, e qualcuno sta cominciando a sussurrare il termine stagflazione.

Gli economisti individuano due principali fattori di tale fenomeno, presenti oggi come negli anni settanta. Primo: lo shock dell’offerta, che oltre a far salire l’inflazione, mette in crisi le produzioni. Oggi molte materie prime stanno salendo vertiginosamente di prezzo, in più a seguito della riconversione “green” di Cina ed Europa, gli stessi costi dell’energia stanno notevolmente salendo, creando ulteriori disagi alla produzione.

Secondo: le politiche monetarie di moltissimi stati sono espansive. Oltre a generosi aiuti governativi elargiti ai settori in crisi, durante il lockdown si è assistito a un’impennata del risparmio. La domanda quindi sale, insieme ai prezzi.

Non sarà facile trovare una soluzione. Le politiche monetarie espansive, quelle cioè che prevedono bassi tassi di interesse e più denaro in circolo, aiutano la crescita ma aumentano l’inflazione. Le politiche restrittive, che vedono l’aumento dei tassi di interesse e la minore circolazione di denaro, frenano l’inflazione ma riducono anche i consumi e il credito alle imprese.

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